“ Dai tempi in cui si andava a partorire in ospedale con terrore, perché la madre per un motivo (febbre puerperale), il bambino per un altro (infezioni neonatali), entrambi a causa dei germi, rischiavano di lasciarci la pelle (e infatti chi poteva permetterselo si guardava bene dal farsi curare e tanto più dal partorire in ospedale), di strada ne è stata fatta: la sterilizzazione degli strumenti, i guanti di lattice dell’ostetrica, le norme di igiene e di conservazione del latte hanno spazzato via tutte quelle morti…”
Da: “E' davvero necessario sterilizzare tutto?” Paolo Sarti, Pediatra per Amico
E in effetti ha ragione. In ospedale, infatti, la sterilizzazione è necessaria proprio per la presenza di tante persone e tutte affette da patologie diverse. Ovviamente a casa non sussiste lo stesso problema.
Nel caso si decida di sterilizzare comunque, ecco alcuni metodi suddivisibili in due categorie: a caldo e a freddo.
A caldo
- Il metodo a caldo più classico, prevede la bollitura di biberon e tettarelle per almeno 20 minuti. In questo modo vengono completamente igienizzati, in modo decisamente economico. È importante poi asciugare bene tutti i pezzi con uno strofinaccio pulito, per evitare che l’acqua residua possa far proliferare i batteri.
- La sterilizzazione a vapore, invece, può essere effettuata usando una speciale apparecchiatura generalmente alimentata dalla corrente elettrica, oppure creata appositamente per essere immessa nel forno a microonde. Entrambi i sistemi consentono di igienizzare con il vapore e conservare gli oggetti all’interno degli appositi cestelli, fino al successivo utilizzo. Con il microonde, inoltre, i tempi di sterilizzazione si accorciano nettamente.
A freddo
- Metodo comodissimo quando si è in viaggio o non si ha a disposizione fornelli o prese elettriche.
La sterilizzazione a freddo consiste nell’utilizzare un disinfettante disciolto nell’acqua nella quale si immergono gli oggetti da igienizzare. Reperibile sia liquido che in compressa, i disinfettanti sono solitamente antibatterici non nocivi per il bambino e che non necessitano il risciacquo. Basta quindi immergere il biberon e gli altri accessori all’interno nell’acqua e lasciarle agire il prodotto.
Ad ogni modo, poiché alcuni prodotti usano alcune sostanze chimiche, è meglio leggere prima bene le istruzioni per essere sicuri che davvero non occorra lavaggio né risciacquo.

E’ importante ricordare che le esagerazioni e le manie di igiene spesso derivano da un terrore dei germi inappropriato o portato a casa dalle neomamme appena uscite da un ambiente dove l’igiene è la regola base.
Basta pensare che, a dispetto di quanto spesso si pensi, per lavare il bambino da feci e pipì basta pulire bene solo con acqua e nient’altro, così da non togliere alla pelle il suo strato grasso difensivo. Questo perché la pipì non contiene grassi e le feci ne contengono pochissimi. Il sapone è da usare quando la pelle sembra essere lievemente unta o se fa cattivo odore. In questo modo, tra l’altro, la pelle dei bambini non si irrita praticamente mai.
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